Y E M E N

Diario di viaggio di Nonna Mà 

12 -18 gennaio 2008

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12 gennaio

E' sabato e alle 14.10 partiamo da Fiumicino per San'a

Siamo un gruppo organizzato di una ventina di persone

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Durante il volo godiamo di un bel tramonto e seguiamo l'itinerario attraverso un monitor

Ogni dieci minuti viene data la distanza dalla Mecca

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Siamo quasi arrivati alla meta

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13 gennaio

Siamo sistemati allo Sheraton, uno degli alberghi migliori della città

San'a, capitale dello Yemen, significa 'forza' e la sua fondazione viene attribuita addirittura a Sem, il figlio di Noè

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E' una città di due milioni di abitanti posta su un altopiano a 2250 sul livello del mare

A San'a

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La prima visita la facciamo al Museo Archeologico che ha sede nell'ex Palazzo Reale costruito circa cento anni fa

La torre di guardia e il biglietto d'ingresso

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L'ex Palazzo Reale, ora Museo

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Nel Museo Archeologico di San'a

Vi sono sculture di arte locale e greco-romana e ricchi gioielli

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In tutte le sale di arte islamica non è consentito fotografare

Nel Museo Archeologico di San'a

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Riproduzioni di vita antica e recente

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Una famiglia yemenita in visita

A San'a

Passeggiando nella città vecchia

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Le classiche case a torre (ce ne sono più di quattordicimila, e alcune con sei piani) ospitano al piano terra i magazzini e la stalla, al primo piano le stanze di intrattenimento, il secondo piano è riservato alle donne e ai bambini, al terzo e quarto piano vi sono le camere da letto, i bagni e la cucina

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L'attico della casa è per gli uomini, che qui ricevono ospiti, trattano affari e con gli amici masticano per ore il qat (di cui si parlerà più avanti)

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Vi sono anche orti di quartiere, dove si coltivano verdure varie

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I balconi delle case un tempo venivano usati come frigoriferi. Le vivande erano tenute in brocche d'acqua

A San'a vecchia

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Nella città vecchia si può camminare per un chilometro quadrato senza mai incontrare un edificio moderno

Ci vuole un cappellino per il sole, ma la temperatura è piacevole

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 Una delle numerosissime moschee di San'a

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A San'a vecchia

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Il negozio del parrucchiere e la vendita dei fichi d'India

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Il vecchio ha in mano un fascio di rami di qat che sta offrendo o forse sta vendendo al più giovane

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Questo ragazzo stringe in mano foglie di qat e ha già iniziato a masticare, la guancia è lievemente gonfia

Nel pomeriggio quasi tutti gli uomini hanno il viso sfigurato: sembra che tengano in bocca una pallina da pingpong

Le foglie di questo arbusto danno una leggera eccitazione

  Pane

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Forno di cottura e trasporto al luogo di vendita

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A San'a vecchia 

Pranziamo al ristorante Arabia Felix, il nome che gli antichi davano allo Yemen

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L'invogliante piatto di antipasti

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Al tavolo vicino al mio pranza un distinto signore. Appena costui si alza per andarsene, uno dei tre gatti che gironzolano nel ristorante salta sul tavolo e si lecca il piatto con calma

Il bar del ristorante ha sullo sfondo l'affresco della città

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 A San'a vecchia

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Dopo pranzo la visita al suq dove le signore del gruppo si scatenano in una gara di acquisti che terminerà solo l'ultimo giorno al duty-free dell'aeroporto

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Due acquirenti: una yemenita e una occidentale

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Lo zenzero e, nel sacco bianco, le bucce del caffè che servono per fare una bevanda più leggera

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Al suq

Noccioline, datteri e lo zibibbo

Nello Yemen l'uva viene coltivata, ma non per il vino. La si mangia a tavola ma, specialmente, la si fa seccare. Mi dicono che l'uva secca sia eccezionale, la migliore del mondo

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San'a vecchia

Le donne tutte in nero e velatissime, appena vedono un turista si coprono anche gli occhi

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il venditore di tabacco per il narghilè

Riposo pomeridiano

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A San'a vecchia

Al suq

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Infinite qualità di legumi, molti non li ho mai visti

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 Le spezie, usatissime nella cucina yemenita

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Il cortile del caravanserraglio dove pernottavano i dromedari

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Si esce dalla città vecchia e si torna in albergo 

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Bab al-Yaman, cioè la porta dello Yemen

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14 gennaio

Ogni giorno la partenza è alle otto. Non abbiamo un pullman ma siamo divisi in cinque fuoristrada, quattro persone per macchina. La mia amica ed io siamo in quella rossa

Oggi usciamo da San'a e ci dirigiamo a sud-ovest

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Il paesaggio è montagnoso e desertico

Questo villaggio, il primo che incontriamo, si chiama Al-masagi, cioè le moschee. Si trovava sulla via carovaniera che percorrevano i pellegrini per andare alla Mecca

059 Poco dopo ci fermiamo di nuovo. Una breve sosta che avverrà ogni mattina: al mercato del qat dove i cinque autisti acquistano

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In queste rudimentali botteghe si vende un fascio di rami con foglie verdi fresche, appena tagliate da un arbusto che assomiglia a un piccolo eucalipto

Assaggio una foglia. È acidula

Ora visiteremo il paese che ho trovato il più interessante fra tutti quelli che abbiamo visto, anche se il più faticoso

Al-Hajjarah si trova sulla sommità della collina e risale all'XI secolo

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Al-Hajjarah

 

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L'unica stretta porta d'ingresso rendeva il villaggio facilmente difendibile

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Alcune delle case a torre hanno sei piani

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Al-Hajjarah

L'antica scuola coranica

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Qui si vede bene come è la strada che percorriamo

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Uomini e animali di Al-Hajjarah

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Le casette come souvenir

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Le donne in giro sono poche ma, a differenza di quelle viste ieri tutte nere, queste sono molto colorate

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Ogni tanto mi siedo per riprender fiato

Terminata la visita andiamo a pochi chilometri di distanza, a Manaka, per il pranzo

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La nostra macchina davanti al ristorante

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Una sala da pranzo apparecchiata per un ricevimento locale

Noi fortunatamernte abbiamo tavoli e sedie

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Durante tutto il viaggio abbiamo mangiato cose semplici ma buone, soltanto oggi a me non è andata troppo bene

Zucchine ripiene con pasta corta stracottissima, pollo e montone ho dovuto mangiarli senza coltello (non viene fornito), staccando la carne con forchetta e cucchiaio, le melanzane erano piene di semi

Questi ortaggi sembrano friggitelli ma sono baccelli con piccole fave, si chiamano ocra e sono viscidi e cattivi

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Mi sono rifatta con un bis di questo piatto: uova con pomodoro e cipolla e con dei discreti fagiolini

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Anche la torta non sapeva di niente. Buona invece la piccola banana

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A fine pranzo uno spettacolino di musica e danza locale

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Hoteip, villaggio con una grande moschea e la tomba di un santo

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Si prosegue

Si scende dal fuoristrada per fotografare un altro villaggio nel wadi

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Piantagione di caffè

Un tempo nello Yemen producevano molto caffè che veniva mandato al porto di Moka sul Mar Rosso ed esportato in tutto il mondo

Oggi le piantagioni sono poche, tutti trovano più redditizio coltivare il qat per l'uso interno

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Ancora qualche chilometro di zona brulla, poi si arriva in città, mentre il sole tramonta

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Il nostro bravo autista Annuar mastica qat da varie ore e la sua guancia lo dimostra!

15 gennaio

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Partenza puntuale alle otto, ci dirigiamo a ovest

Un antico caravanserraglio per i pellegrini che andavano alla Mecca. Ci dormivano una ventina di uomini, gli animali restavano fuori

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Siamo a 3400 metri di altitudine

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Una piantagione di qat (ne vedremo tantissime)

Le piccole costruzioni sono torrette di guardia, per evitare i furti

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Un villaggio fortificato, Al-Tawila

Anticamente era un importante punto di raccolta del caffè

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Nel villaggio

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Il suq, che risale al 1200

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Il tè

Ho assaggiato il caffè. Allora ho deciso di bere il tè, che è buono, con cardamomo e chiodi di garofano, anche se sempre troppo dolce

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Un'altra sosta, ad Al-Mawitt

Questo paese era un' importante sede amministrativa al tempo della dominazione ottomana

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Il piacere dell'ornamento

ad Al-Mawitt

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Devo raccontare della giambiya, cioè del pugnale che la stragrande maggioranza degli uomini yemeniti ostenta alla cintura

I maschietti fin da piccoli hanno una giambiya di legno e la indossano il giorno di festa quando vanno in moschea con il padre

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Quando cominciano a crescere i baffi i ragazzi ne ricevono in regalo una vera con la sua cintura ornatissima e non escono di casa senza averla addosso

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Artigiani che fabbricano i pugnali e negozio che li vende

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Ragazzi che si fanno volentieri fotografare

Dopo cena, San'a by night, uno spettacolo veramente incantevole

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 Luci attraverso le finestre e la luna

16 gennaio

La prima visita della giornata è ad Amran, la meraviglia del nord

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In questa foto si vede bene come veste l'uomo yemenita. Una tunica bianca o chiara che scende parecchio sotto il ginocchio, una giacca di stile occidentale e spesso uno scialle al collo. Ben in vista porta la giambiya infilata nel cinturone. Ai piedi i sandali. In testa i copricapi più svariati, spesso a turbante

Amran

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Qui siamo a oltre 2500 metri di altitudine

Le case sono fatte di mattoni per i piani bassi, poi di fango e paglia e devono essere restaurate ogni pochi anni

La porta nord

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 Ad Amran

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Ad Amran, come dappertutto, c'è un gran numero di bambini

Di turisti invece non ne abbiamo quasi incontrati

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Ripartiamo e saliamo di quota, passando i 3000 metri

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Comincia la nebbia....

....che contina a lungo, ci rallenta e ci costringe anche a rinunciare ad alcune visite in programma

Terrazzamenti coltivati a caffè

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Questa piccola cascata è un miracolo: in tutto il viaggio non abbiamo visto nessun fiume o ruscello, lago o minimo specchio d'acqua

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E' pomeriggio e la guancia dello yemenita è gonfia di qat. Il sacchetto blu è pieno di fogie

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Si ritorna in albergo

La strada, sia all'andata che al ritorno è stata tutta una curva

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  17 gennaio

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Ci dirigiamo a nord ovest ma presto restiamo incolonnati per uno dei numerosi controlli della polizia

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Breve sosta fotografica del paesaggio, ma sembra che noi turisti apprezziamo anche il ragazzo sull'asino!

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Poi ci fermiamo a vedere un altro caravanserraglio (ce ne sono tantissimi). Questo, all'interno, ha tre piccole stanze

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Da lontano appare Thula, che si trova a 2700 metri sul livello del mare

Thula ha mille anni di vita e fu in passato un importante centro teologico

 

 

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Una delle due porte della città

A Thula

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La cisterna per le abluzioni prima di entrare in moschea

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Gente di Thula

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Una ragazza dal volto scoperto

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 Gente di Thula

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Risaliamo sui fuoristrada per continuare il nostro itinerario, ma presto c'è una fermata imprevista. In un piazzale si è radunata una folla di uomini e si sentono suonare i tamburi

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Scendiamo e veniamo accolti con simpatia. Si tratta di una festa di nozze. Domani (venerdì) sera ci saranno due matrimoni. Gli sposi maschi festeggiano qui adesso, mentre le spose e le donne ballano altrove, al chiuso

Gli sposi sono inghirlandati

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Tutti danzano con in mano il pugnale

Dopo 10 chilometri arriviamo a Hababah, un paese che risale al 1100

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I muri sono costruiti a secco

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a Hababah

Le antiche case a torre si riflettono nella grande cisterna dove la gente va ancora ad attingere acqua e ad abbeverare gli animali

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I due bambini stanno lavando un vitello di zebù, animale che fa parte della loro vita

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Un ultimo sguardo alle antiche case e lasciamo Hababah

La zona è desertica e rocciosa, siamo a oltre 3000 metri di altitudine

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Finisce l'asfalto e ci inoltriamo per una strada sterrata molto malmessa. Anuar si diverte ad andare veloce senza badare a buche e cunette, un'ora piuttosto avventurosa! 191

La Roccia dell'Aquila

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Lo scopo è di raggiungere questa roccia, detta dell'Aquila

Il nostro fuoristrada si è fermato in tempo!

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L'autista si rifà delle fatiche della guida con del pane

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Anuar si ferma per aspettare gli altri, io ne approfitto per scendere e prendere questa foto del nostro fuoristrada

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Sono le due quando ritroviamo l'asfalto e poco dopo siamo al ristorante

Il ristorante dove pranziamo

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Qui ci offrono il piatto nazionale, che si chiama seltah

E' composto da: fieno greco (sono semi che assomigliano al miglio ma amari), riso, patate, pomodoro e cumino. E' buono e si mangia raccogliendolo con il pane

Visita a Kawkaban, che si trova nel Wadi Naim, cioè la Bella Valle

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I venditori ci rincorrono con le carriole cariche di souvenir

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La fortezza turca, del 18° secolo

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La mia amica ed io e io davanti al minareto costruito con mattoni a secco

 Anche Kawkaban ha una cisterna

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Le grotte dei trogloditi

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Sulla via del rientro, dopo una lunga giornata 

18 gennaio

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Prima tappa stamattina in una località poco fuori San'à, di nome Al-Rowda, cioè il paradiso. 

Qui c'è una bella moschea (non ci hanno mai permesso di entrare in nessuna) costruita nel 1600 dagli Ottomani

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C'è anche l'unica fontana che abbiamo incontrato nelle strade

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Tre 'netturbine'

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Sosta nel villaggio di Gabel

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Dati i materiali impiegati, se le case non vengono restaurate ogni pochi anni vanno in rovina

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 A Gabel

 

Questa è la torre di controllo per la coltivazione di qat, vecchia di duecento anni

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L'albero di giuggiole

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A Wadi Dhahr

Visitiamo ora uno dei siti più famosi dello Yemen, Wadi Dhahr, con il palazzo sulla roccia

Si tratta di una costruzione a cinque piani eretta sopra una guglia rocciosa

Fu realizzato da un imam nel 1786 come residenza estiva

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A Wadi Dhahr

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Entrando nel grande cortile del palazzo sentiamo rulli di tamburo  

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Mentre il gruppo visita l'interno del palazzo, io preferisco aspettarli nel cortile. Ogni tanto rinuncio a qualche cosa per non stancarmi troppo

e mi faccio fare questa foto da una giovane giapponese

A Wadi Dhahr 

Osservo i visitatori, praticamente tutti locali, dato che è venerdì, il loro giorno festivo e questo sito è a poca distanza da San'a

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Una mezz'ora interessante

A Wadi Dhahr

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Scendono dalle scale dopo la visita al castello alcuni giovani: due sono inghirlandati.

 Festeggiano il loro matrimonio insieme agli amici

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Rientriamo a San'à

Pranziamo in città dove ci offrono dell'ottimo agnello e, come negli altri ristoranti, il pane locale

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Poi un'ultima passeggiata nella città vecchia

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L'edicola dei giornali

Le stelle di Davide sulle case anticamente abitate dagli ebrei

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San'à vecchia, porte

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Il venditore di qat

L'ingresso al 'hammam', il bagno turco a vapore

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Oggi è il giorno delle donne. Permettono di entrare alle turiste del nostro gruppo ma non possiamo fotografare

Sono piccole stanze dove il calore è quasi insopportabile. In ciascuna una o due donne, che indossano una camicia, e qualche bambino

Uomini impegnati a un gioco sul tavolo

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Torniamo in albergo, chiudiamo le valigie, ceniamo. Un'ora di riposo, poi all'aeroporto

Controlli al bagaglio. Sono le ventidue quando mi mettono il timbro di uscita sul coloratissimo visto e a mezzanotte salgo in aereo

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fine del viaggio  


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