Erano i primi giorni di maggio del 1877 quando Petr Tchaikovskji, che aveva allora trentasette anni, ricevette una lettera.

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Gli scriveva Antonina Miljukova. Gli confessava di essere innamorata di lui fino dai tempi in cui era sua allieva di pianoforte al Conservatorio di Mosca.

Il musicista non ricordava neppure chi fosse e ignorò la cosa. Ma arrivò una seconda lettera ancora più appassionata (si racconta che ci fosse una minaccia di suicidio se il maestro non l'avesse sposata).

Tchaikovskji era omosessuale, una condizione difficile per un artista russo dei suoi tempi, e un matrimonio di facciata avrebbe potuto giovare. Decise così di incontrare la ragazza. Le spiegò la situazione, le disse che non avrebbe potuto amarla ma che l'avrebbe sposata se lei lo avesse desiderato lo stesso.

Antonina venerava come eroe quell'uomo che conosceva appena e si affrettò ad accettare. Ai primi di luglio aveva luogo il matrimonio.
Matrimonio che si rivelò subito un disastro: la sposina (si racconta fosse addirittura ninfomane e indifferente ai patti) tentava continuamente di sedurlo.

Tchaikovskji, disperato, cercò di togliersi la vita immergendosi nelle acque gelate di un fiume ma, invece di una letale polmonite, si prese solo un raffeddore. Poi ebbe un crollo nervoso.

Il matrimonio venne sciolto dopo nove settimane.


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